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Vangelo della Domenica

20 Ottobre 2024

XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B

Il Figlio dell'uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti.

Così termina oggi il Vangelo, e così l'Autore del Vangelo terminò la sua vita. Gesù Cristo, infatti, è il Servitore, il Redentore, Colui che si è caricato dei nostri peccati per poterci redimere e salvare. Già il profeta Isaia, vissuto sette secoli prima di Cristo, nella prima Lettura, scriveva di Lui: Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire ... Si compirà per mezzo suo la volontà del Signore ... Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità.

Gesù è il Salvatore. Nessuno, al mondo, patì come Lui. Come uomo, patì dolori corporali e morali inimmaginabili. Come Dio, patì dolori spirituali tremendi, dovendo riscattare tutti i peccati della storia, passata, presente e futura. Egli, infatti, si è incarnato sulla terra per poter essere il Dio che redime l'uomo e l'Uomo che soddisfa Dio.

Il Figlio, patì l'abbandono del Padre, in modo che il Padre non abbandonasse i suoi figli. La Giustizia, infatti, doveva essere soddisfatta dal Sacrificio, per rendere possibile al Sacrificio di annullare la Giustizia. Come Agnello condotto al macello, Gesù si sacrificò per noi, permettendoci la Misericordia e la Grazia.

Il Vangelo di oggi afferma che il Figlio dell'uomo è venuto a dare la vita in riscatto per molti. Ciò è confermato dalle parole di Isaia che dice: Il giusto mio servo giustificherà molti, e dalle aggiunte parole del Giusto all'ultima cena: Questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati (Mt 26,28). Non dice "versato per tutti", perché non tutti avrebbero voluto essere salvati. Infatti, come per "molti" il Sacrificio del Cristo sarà utile, perché salverà dall'inferno una moltitudine di persone, così per "molti" il Sacrificio sarà inutile, perché non potrà essere riversata su di loro la Grazia a causa della loro incredulità.

Dio rispetta la nostra volontà. Ci ha creati senza il nostro volere, perché non sarebbe stato possibile scegliere senza prima esistere. Ma, ora che esistiamo, non ci può salvare senza di noi, perché, senza il nostro volere, inutile e ingiusta sarebbe la nostra salvezza. Inutile, perché priva di scopo. Ingiusta, perché priva di merito.

Dio vuole il nostro volere, per poter premiare ciò che vogliamo. I "molti" sono quelli che sanno accogliere i doni di Dio e li fanno fruttificare, per poter poi cogliere nel regno di Dio ciò che hanno donato. Come, infatti, il Signore ci dona la sua grazia, così la grazia donata la ridoniamo al Signore santificata dalla nostra volontà.

Il Sangue di Gesù continua ad essere sparso nel sacrificio della Santa Messa, affinché a tutti sia data la possibilità di redimersi e di appartenere alla moltitudine dei salvati (Ap 7,9). Ma, purtroppo, non "tutti" sanno capire il valore della Santa Messa per essere redenti.

Oltre a salvarci, il Signore vuole anche glorificarci, aggiungendo il premio al perdono per aver fatto del perdono uno strumento di premio. Ecco perché il Vangelo di oggi parla di servizio, cioè di testimonianza d'amore. Dice il Maestro: Chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti.

Servire vuol dire amare. Chi ama, secondo il comandamento di Dio, compie il servizio più bello che ci possa essere, perché, oltre ad amare col corpo, ama anche con lo spirito. Infatti il vero amore è quello che riguarda l'anima che vivifica il corpo, poiché la salvezza vera è quella che dura per l'eternità. Servire significa perciò bere al calice di Gesù, collaborando con Lui all'opera della redenzione, aggiungendo il nostro amore al suo (Col 1,24). Ecco perché all'ultima cena disse: Fate questo in memoria di me (Lc 22,19).

Anche se non ci sentiamo degni di appartenere alla schiera dei santi, alla schiera di quei "molti" per i quali il Figlio di Dio si è fatto Servo, non perdiamo la fiducia pensando di non poter compiere ciò che il Signore trasmette e di non poter raggiungere ciò che il Signore promette. Egli non pretende da noi la perfezione, ma la volontà di raggiungerla, per raggiungere ciò che è possibile pretendere e ottenerne premio in proporzione a ciò che abbiamo raggiunto. Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno.

L'uomo dei dolori che ben conosce il patire, venuto per servire e dare la vita in riscatto per "molti", giustificherà quei "molti" che lo servono e che confidano nella sua grazia, facendo in sua memoria ciò che Lui ha fatto. È scritto infatti: Ecco, l'occhio del Signore veglia su chi lo teme, su chi spera nella sua grazia, per liberarlo dalla morte e nutrirlo in tempo di fame.In cielo vi saranno vari gradi di gloria, in proporzione ai vari gradi di buona volontà raggiunta. Ma nessuno sarà invidioso dell'altro, perché tutti saranno nella propria gioia senza conoscere quella altrui. Non ci sarà "fame" nel regno di Dio.

 

P.Enzo Redolfi