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Vangelo della Domenica

6 Ottobre 2024

XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO - B

Le sacre Letture di questa domenica trattano del matrimonio cristiano e della sua indissolubilità. Un argomento fondamentale per la fede cattolica, perché la Chiesa è nelle famiglie e le famiglie formano la Chiesa. Perciò se le famiglie si disgregano, si disgrega la Chiesa stessa e il matrimonio non diventa più motivo di unione con il Signore, ma di separazione e di conseguente rovina della società. Ecco perché è scritto: L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto.

Oggi il matrimonio cattolico è in crisi, non solo perché c'è meno fede, ma anche per il timore delle conseguenze civili che può produrre, specie per i mariti. In caso di divorzio, infatti, si possono verificare grossi problemi di natura economica e sociale, al punto che certi uomini perdono la casa che avevano preparato per la loro donna. Inoltre, essendoci sempre meno fede, la fede non è più un sostegno e diventa addirittura un "inciampo" per la separazione (Is 8,14;Rm 9,31-32; 1Pt 2,8), perché davanti a Dio l'unione matrimoniale è irrevocabile.

Perché il matrimonio cattolico è indissolubile? È indissolubile perché è un sacramento e, come tale, non può essere annullato, dal momento che è nullo solo ciò che non è consacrato. Non può essere annullato ciò che è celebrato, perché Dio si serve del sacramento per legare ciò che il mondo vuole sciogliere, per poter concedere al mondo l'eternità, a chi eternamente promette l'amore a Dio. In altre parole il matrimonio indissolubile è un aiuto per ricevere il premio della fedeltà, che Dio promette a chi è fedele a Lui; un aiuto agli sposi per essere santi. Dice perciò il Maestro: Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; se la donna ripudia il marito e ne sposa un altro, commette adulterio.

Cosa significa adulterio? Significa separare ciò che Dio ha congiunto, andando contro la sua Unità d'amore. In tal modo il matrimonio non è più mezzo di santificazione, bensì di peccato. Infatti, quando si rompe la famiglia, si rompe la Chiesa che è nella famiglia e si allontana Cristo che è nella Chiesa. E se Cristo viene allontanato, viene a mancare la salvezza.

Anche chi sposa una ripudiata commette adulterio (Mt 5,32). Perciò, sia chi si divide, sia chi sposa la divisa, fa peccato, poiché provoca o favorisce la divisione. È come se un uomo rubasse il cuore ad una consacrata, togliendo la consacrata dal Cuore di Dio. Chi volge lo sguardo da Dio non è adatto per il regno dei cieli (Lc 9,62).

Perché il Signore è così intransigente? La sua intransigenza è una severità d'amore. Infatti, Egli che vede al di là del misero tempo della terra, sa qual è il vero bene dell'uomo terreno e vuole dare anche agli sposi l'eternità del suo Amore. Essere fedeli a Dio e al coniuge che si ha accanto è un mezzo per santificarsi ed amarsi, non solo nel corpo ma specialmente nell'anima. Infatti, chi ama in spirito e verità, ama perfettamente (Gv 4,23). Perciò in nessun caso può essere sciolto il matrimonio cristiano, purché non sia nullo, proprio per non sciogliere il suo fine santo che è la salvezza dell'anima e la beatitudine eterna.

Come ci può essere salvezza dell'anima se non si ama più il corpo che la contiene? Chi abbandona il corpo del proprio coniuge, abbandona anche la sua anima e la espone alla perdizione, perché dove non c'è Dio c'è Satana. Dice anche l'Apostolo: I mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso (Ef 5,28).

Sì, anche chi sposa una ripudiata commette adulterio, nonostante costui sia nubile, perché sposando la ripudiata, ripudia la legge di Dio che non vuole il ripudio. Inoltre, rendendosi disponibile a sposare la separata o il separato, favorisce ancor più la separazione, poiché se non ci fosse chi sposa il divorziato, il divorziato non avrebbe il nuovo sposo per divorziare dal vecchio.

Ci sono molti casi in cui il rifiutato non ha colpa e si trova all'improvviso solo, anche se ancora giovane. Non può risposarsi nemmeno in questo caso? No. Meglio rimanere celibe, piuttosto che trasgredire la legge del Signore. Meglio perdere la propria vita terrena, che dura poco, per guadagnare quella celeste che è eterna. Dice il Signore: Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà (Mt 16,25). Il giovane senza colpa che si risposa, non sarà giudicato come quello che si risposa con la colpa, ma sarà sempre giudicato perché non avrà voluto essere perfetto come la Parola giudica. C'è però anche da dire che un po' di colpa la può avere anche chi sembra innocente, poiché probabilmente non ha amato come avrebbe dovuto amare.

Benedetto il coniuge che rimane fedele, nonostante il proprio consorte sia passato ad altre nozze o conviva con un'altra persona, raddoppiando così il suo già primo peccato! Beato l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie. Ecco perché Gesù vuole che il matrimonio sia indissolubile. Le nozze terrene, infatti, sono principio e strumento di quelle celesti, quando l'anima si unirà per sempre al suo Dio nella gloria.

I coniugi cristiani, che si amano e si onorano sulla terra, si aiutano a raggiungere la santità, insieme ai loro figli, per amarsi e onorarsi al cospetto dell'Amore nel cielo. Ripugnante e sacrilego è parlare di matrimonio fra persone dello stesso sesso, che non potranno mai procreare o che procreano contro natura. La Chiesa non può approvare tali unioni e nemmeno favorirle civilmente. Sono unioni maledette.

 

Per ragioni divine, è benedetto soltanto il rapporto tra maschio e femmina, ricongiungendo ciò che fu separato quando la donna fu tolta dall'uomo (Gn 2,22). Se, dunque, solo Dio poté separare ciò che era congiunto, solo Dio può congiungere ciò che fu separato. Al di fuori di Lui non c'è vera unione. Al di fuori del sacramento non c'è grazia. Agli sposi cristiani che vogliono rimanere fedeli sino alla morte, anche se la morte toglie loro il potere della fedeltà, a costoro che credono come i bambini, appartiene il regno di Dio.

P.Enzo Redolfi