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Vangelo della Domenica

22 Giugno 2025

SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO - C

Dopo aver festeggiato, domenica scorsa, la Santissima Trinità che celebra il Trino Amore dell'unico Dio, la Chiesa loda oggi l'unico Dio del perfetto Amore. La solennità del Corpus Domini, infatti, è l'espressione più bella di Dio-Amore. Un Amore che si manifesta in tutta la sua completezza di Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

Oggi, festa del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù, si realizzano col Sangue le parole di Gesù nel suo Corpo. Si realizzano col Sangue, perché ogni giorno il Redentore continua a immolarsi per noi, attualizzando in sua memoria la Nuova Alleanza. Si realizzano le parole del Maestro che dice: Questo è il mio corpo, che è per voi; Fate questo in memoria di me ... Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo (Mt 28,20).

Sì. Gesù è sempre con noi, fino alla fine del mondo. È con noi col suo eterno Spirito. È con noi con la sua divina Parola. È con noi anche con la sua corporale Umanità, è con noi con la sua santissima Mamma, è con noi con la sua apostolica Chiesa.

L'Eucarestia è la Nuova Alleanza, lo strumento di grazia per tutti quelli che credono nella reale presenza del Risorto e che rendono attuali queste sue parole: Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno (Gv 6,54).

Come tutte le alleanze, per essere vere e durature, non deve esserci un accordo da una parte soltanto, bensì da entrambe. A noi spetta corrispondere al dono con l'impegno, facendo dell'impegno il mezzo per avere il dono. Gesù, infatti, non impone a nessuno la sua grazia, altrimenti essa non sarebbe meritoria. Lascia a noi la facoltà di fare della grazia un bene, affinché il bene diventi per noi motivo di grazia.

Anche Giuda ricevette l'Eucarestia nell'ultima Cena, ma non gli giovò, nonostante Gesù fosse entrato in lui. Perché non gli giovò? Perché prima vi era entrato Satana. Il Signore non può convivere col demonio. Gesù uscì subito da Giuda, come Giuda uscì poi dal Cenacolo, essendo ormai posseduto dal maligno (Gv 13,27). Al dono deve corrispondere la volontà, e alla grazia l'impegno, in modo che all'impegno faccia seguito il premio. L'Eucarestia è inefficace per i "Giuda" che non la onorano con la buona volontà e che "escono" dalla grazia della Chiesa per andarsene nel mondo, liberi dalle virtù che legano ma schiavi dei vizi che liberano.

Qualcuno potrebbe dire: "Ma la Comunione non è il sacramento dei peccatori, dal momento che serve a santificare chi ha peccato?". Sì, è il sacramento dei peccatori, ma dei peccatori pentiti che non vogliono più peccare. È il sacramento dei malati che vogliono guarire, non dei guariti che vogliono riammalarsi. Per questo dice il Signore a chi vuole seguirlo: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti (Lc 9,60). Il cibo serve a chi è vivo. Può esso nutrire un morto? No, fosse anche il cibo più delizioso di questo mondo.

Ogni volta che noi mangiamo il pane e beviamo il vino consacrati, annunziamo la morte del Signore finché Egli venga, facendo della sua morte un'occasione di vita nostra. Infatti, chi crede nel Vivente vive anche se è morente. Mentre chi non ha fede, e perciò è morto nello spirito, mangia la propria rovina come se commettesse sacrilegio e si facesse beffe di Dio. Così, infatti, dice il Maestro: Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso, lo stritolerà (Lc 20,18), e così dice anche il Discepolo: Chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna (1Cor 11,27-29).

L'Eucarestia è il miracolo continuo che Gesù ha voluto lasciarci fino alla fine del mondo. È il miracolo della fede che attualizza il miracolo (Mt 28,20). Ma perché non vediamo in essa il Signore realmente? Non lo vediamo per dare valore alla fede, in modo che il dono non superi il merito e il merito non estingua il premio. Non è forse detto, dopo la consacrazione, "Mistero della fede"? È con la santità della fede che si realizza la grazia del Signore. La grazia di credere senza vedere, come Gesù disse a Tommaso: Beati quelli che pur non avendo visto crederanno! (Gv 20,29).

Che favore potersi cibare del Corpo di Gesù! Se pensiamo che solo la sua ombra guariva i malati e sanava i paralitici, che sarà poterlo toccare e averlo in noi? Potrà non operare miracolo e dare guarigione a chi la chiede con umiltà e fede? L'importante è non essere dei Giuda venduti a Satana. L'Eucarestia aiuta i peccatori che non vogliono essere demoni, non i demoni che vogliono rimanere peccatori.

L'Eucarestia è "Dio-con-noi" (Is 7,14; Mt 1,23), in Corpo, Sangue, Anima e Divinità. È il Miracolo dei miracoli, il Sacramento dei sacramenti, la perfezione dell'Amore. Dice il Signore: Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me.

Gesù continua a moltiplicare i cinque pani e i due pesci per i cinquemila uomini, cioè a moltiplicare i sette sacramenti nei cinque continenti. Non c'è luogo sulla terra, ormai, in cui non venga celebrata una Santa Messa e dove la grazia non venga dispensata alle anime. Spetta a noi fare dei sacramenti mezzi di grazia, facendo della grazia strumenti di salvezza. Essa non va sprecata e gli avanzi devono essere conservati con cura. Ecco perché i cattolici, oltre al culto eucaristico durante la Messa, lo prolungano lungo la giornata con la presenza reale del Santissimo nel tabernacolo, in attesa di incontrarlo poi realmente in cielo. Preghiamo allora così: "Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi".

P.Enzo Redolfi