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Indulgenza Plenaria  28 luglio 2024 -Festa dei Nonni

L'indulgenza plenaria è un concetto religioso che può sembrare complesso, ma in sostanza significa la remissione completa della pena temporale dovuta per i peccati.

Cosa significa in pratica?

Quando commettiamo un peccato, secondo la dottrina cattolica, ci liberiamo dalla colpa grazie al sacramento della confessione, ma rimane una sorta di "debito" temporale da espiare. Questo debito può essere pagato durante la vita terrena attraverso le sofferenze, le preghiere e le opere buone, oppure dopo la morte, nel Purgatorio.

L'indulgenza plenaria, concessa dalla Chiesa in determinate circostanze e sotto determinate condizioni, annulla completamente questo debito temporale, liberando la persona da questa pena.

Quando si può ottenere?

Le indulgenze plenarie vengono concesse in occasioni particolari, come durante anni giubilari, per specifiche preghiere o azioni, o in circostanze particolari, come per i malati o per chi si prende cura di loro.

Condizioni per ottenerla:

Per ottenere un'indulgenza plenaria, solitamente è necessario:

  • Essere in stato di grazia: aver ricevuto il sacramento della confessione e aver comunicato.

  • Svolgere le opere indicate: partecipare a determinate funzioni religiose, recitare specifiche preghiere o compiere azioni di carità.

  • Essere distaccati dal peccato: non avere attaccamento al peccato, nemmeno veniale.

A chi può essere applicata?

L'indulgenza plenaria può essere applicata sia a se stessi che ai defunti, come suffragio per le loro anime.

Perché è importante?

L'indulgenza plenaria è un segno della misericordia divina e un incoraggiamento alla conversione e alla santità. Offre ai fedeli la possibilità di partecipare più pienamente alla vita della Chiesa e di sperimentare la gioia del perdono.

Dove posso trovare maggiori informazioni?

Per informazioni più dettagliate sulle indulgenze plenarie e sulle condizioni per ottenerle, ti consiglio di consultare il tuo parroco o di rivolgerti ai siti ufficiali della Chiesa.


 

PARROCCHIA DI SANTA MARIA in PIEVE DI CADORE

“ADOTTA UNA CANNA DELL’ORGANO”

Dopo la gioiosa e generosa notizia del donatore di 100.000 euro per il restauro dell’organo, da anni silenzioso in chiesa arcidiaconale, molti parrocchiani

continua



PIEVE DI CADORE
Pieve di S. Maria Nascente, costituita nel primo millennio cristiano, Madre di tutte le Comunità cristiane del Cadore
.

Parrocchia Santa Maria Nascente
Altitudine m 878 Abitanti 1545
Festa patronale 8 settembre: Natività di Maria.
La festa ebbe origine probabilmente nel secolo V in Oriente, dove era viva la tradizione della casa natale di Maria. A Roma venne introdotta nel secolo VII. Celebra l'iinizio  del piano di  redenzione: la nascita della bambina ebrea, umile discendente  della famiglia reale  di Davide,chiamata ad essere il tempio del Verbo incarnato.
Altre feste:
• 29 giugno, Santi apostoli Pietro e Paolo, compatroni;
• 10 agosto, San Lorenzo, patrono di Sottocastello.
La  comunità cristiana del  Cadore  fu fondata  presumibilmente già  nel secolo IV dai  missionari aquileiesi.Una chiesa antica, dedicata ai santi Pietro e Paolo, sorgeva sul vicino Montericco. La chiesa pievanale dedicata alla Madonna è documentata dal secolo XII. E' la madre di tutte le parrocchie del Cadore: fino al secolo XIV i sacerdoti della canonica di Pieve si recavano ad officiare fin nei più lontani villaggi ed a Pieve convenivano le popolazioni di tutto il Cadore per i riti più importanti. L'edificio attuale, progettato da Domenico Schiavi di Tolmezzo (secolo XVIII), conserva opere d'arte ed arredi antichi: pitture dei "nostri" Tiziano, Francesco, Cesare, Marco e Orazio Vecellio; poi  del Bassano, Dolci, Catena, Palma il Giovane, Cattarino Veneziano, Diziani; frammenti dell'altare a portelle quattrocentesco; argenterie; paramenti tra i quali un quattrocentesco piviale di velluto ricamato.
Indirizzo:Piazza:Tiziano 41, 32044 PIEVE DI CADORE
Tel e Fax 0435 32261 cell.3405172120 : Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.
Pievano: Mons.Diego Soravia

 

 


Come posso confessarmi?
«Laddove i singoli fedeli si trovassero nella dolorosa impossibilità di ricevere l’assoluzione sacramentale, si ricorda che la contrizione perfetta, proveniente dall’amore di Dio amato sopra ogni cosa, espressa da una sincera richiesta di perdono (quella che al momento il penitente è in grado di esprimere) e accompagnata dal votum confessionis, vale a dire dalla ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale, ottiene il perdono dei peccati, anche mortali.»
Nella nota della Penitenzieria Apostolica di venerdì scorso sul sacramento della Riconciliazione nell’attuale situazione di pandemia, vi è indicato come le circostanze causate della diffusione del nuovo coronavirus, che stanno obbligando le persone a rimanere a casa e non poter recarsi a messa e a confessarsi, non modifichino le prescrizioni del Codice di diritto canonico. Lo ha ribadito anche Papa Francesconell’omelia alla celebrazione mattutina del medesimo giorno nella cappella di Casa Santa Marta:
«Io so che tanti di voi, per Pasqua, andate a fare la Confessione per ritrovarvi con Dio. Ma tanti mi diranno oggi: “Ma padre, dove posso trovare un sacerdote, un confessore, perché non si può uscire da casa? […] Tu fai quello che dice il Catechismo. È molto chiaro: se tu non trovi un sacerdote per confessarti, parla con Dio, è tuo Padre, e digli la verità: “Signore, ho combinato questo, questo, questo… Scusami”. E chiedigli perdono con tutto il cuore, con l’Atto di dolore, e promettigli: “Dopo mi confesserò, ma perdonami adesso”. E subito tornerai alla grazia di Dio. Tu stesso puoi avvicinarti, come ci insegna il Catechismo, al perdono di Dio senza avere un sacerdote “a portata di mano”. Pensateci: è il momento! Questo è il momento giusto, il momento opportuno. Un Atto di dolore ben fatto, e così la nostra anima diventerà bianca come la neve.»
In questi giorni difficili, la preghiera dà anche la possibilità di ricevere un’indulgenza speciale. Un’altra nota della Penitenzieria Apostolica, rilasciata sempre venerdì, concede l’indulgenza plenaria, oltre che ai fedeli affetti da Coronavirus, agli operatori sanitari e ai loro familiari con determinate condizioni,
«a quei fedeli che offrano la visita al Santissimo Sacramento, o l’adorazione eucaristica, o la lettura delle Sacre Scritture per almeno mezz’ora, o la recita del Santo Rosario, o il pio esercizio della Via Crucis, o la recita della Coroncina della Divina Misericordia, per implorare da Dio Onnipotente la cessazione dell’epidemia, il sollievo per coloro che ne sono afflitti e la salvezza eterna di quanti il Signore ha chiamato a sé.»